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“ tutto è collegato. Una sana agricoltura fa bene alla salute. Una buona agricoltura tutela il paesaggio. Un paesaggio tutelato attira il turismo. Il turismo di qualità incentiva l’artigianato e crea nuova occupazione. Questo è il messaggio fondamentale per il nostro futuro e per il futuro dei nostri giovani”. Non sono parole di Alta Val di Non – Futuro Sostenibile, ma quelle pronunciate in questi giorni da Giulia Maria Mozzoni Crespi a OLTRE EXPO  alleanze per nutrire il pianeta.

In realtà però sono esattamente le parole e i criteri che Alta Val di Non – Futuro Sostenibile ha pronunciato in innumerevoli incontri, convegni, tavoli di confronto, e che ora riecheggiano anche nelle sale dell’evento dell’anno che segnerà la storia dell’alimentazione e di quanto connesso per i prossimi decenni..

L’argomento è fondamentale per  il futuro dei territori: il modello delle grandi produzioni da commercializzare sui mercati globali sta segnando pesantemente il passo e soprattutto lascia i produttori di cibo all’ultimo posto nella distribuzione del reddito delle filiere alimentari. “Questo sistema di economia agricola non funziona” dice Carlo Petrini, fondatore di Slow Food.

Vedremo evoluzioni importanti fra breve tempo: verrà meno il sistema delle “quote latte” senza sapere prevedere cosa succederà dopo, quando il mercato del latte sarà completamente libero… le frutticolture per grandi produzioni industriali non stanno più dando la sicurezza di reddito che hanno saputo garantire finora.

Il sistema di gestione dei territori va ridisegnato, e i criteri sono tracciati e ormai condivisi a tutti i livelli. Sarà un lavoro complesso da affrontare fra mondo dell’agricoltura e amministrazioni, popolazioni e attività economiche fra cui in primis quella turistica. Sarà necessario sincronizzare le produzioni agricole con i consumi, in particolare locali, privilegiando le filiere corte e il produttore come principale beneficiario del reddito del suo lavoro. Sarà un lavoro che coinvolgerà tutti, dai sindacati contadini alla Cooperazione, dagli operatori turistici alla popolazione tutta, dalle amministrazioni alle associazioni, ma sarà una grande opportunità per  l’Alta Val di Non,  che già ha in sé i presupposti per cavalcare l’onda di questa innovazione nella gestione del territorio e delle economie e della qualità della vita, verso l’idea dell’Altopiano del Benessere.

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