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La pianificazione territoriale ed il Piano territoriale di Comunità

Il sistema della pianificazione territoriale provinciale si avvale dei seguenti strumenti:

a)   il piano urbanistico provinciale; (P.U.P)

b)   il piano territoriale della comunità; (P.T.C.)

c)   il piano regolatore generale (P.R.G.)

 

Il Piano Urbanistico Provinciale si occupa della pianificazione del territorio dell’intera provincia definendo le strategie, le direttive e le prescrizioni da seguire per le trasformazioni territoriali, è approvato con legge dal consiglio provinciale  e stabilisce delle regole di utilizzo del territorio che devono  essere rispettate dagli altri due strumenti di sviluppo locale costituiti dal “Piano Territoriale della comunità” e dal “Piano Regolatore Generale”.

 

 Una norma del P.U.P.(ART 38)  che interessa direttamente il territorio dell’Alta Val di Non è quella relativa alle zone agricole di pregio che costituiscono la gran parte delle zone utilizzate a scopo agricolo nel nostro territorio  tra le quali anche i prati compresi tra il comune di Fondo ed il comune di Romeno. In esso leggiamo: “Le aree agricole di pregio sono caratterizzate, di norma, dalla presenza di produzioni tipiche nonché da un particolare rilievo paesaggistico, la cui tutela territoriale assume un ruolo strategico sia sotto il profilo economico-produttivo che paesaggistico-ambientale, tenuto conto della normativa comunitaria relativa alla protezione delle indicazioni geografiche e delle denominazioni d'origine dei prodotti agricoli e alimentari.”

 

La presenza di questa norma che individua l’importanza strategica per l’economia locale della tutela del paesaggio agricolo è di rilevante importanza per la predisposizione dei P.T.C. e dei P.R.G.

 

Una trasformazione  radicale del paesaggio con la posa di impianti di frutticoltura intensiva con i necessari sistemi di sostegno e reti antigrandine nelle pianure prative dell’Alta Val di Non, (coltivate da sempre in gran parte a foraggio ma con aree limitate utilizzate per orticoltura, frutticoltura estensiva, pataticoltura e cerealicoltura), è in netto contrasto con gli obiettivi del P.U.P. ed anche la pianificazione locale subordinata (P.T.C. e P.R.G) deve tenerne necessariamente conto.

 

Il Pianto territoriale di Comunità della valle di Non è in fase di predisposizione e per ora è stato solo approvato dall’assemblea il documento preliminare ed è stato nominato il  tavolo di confronto e consultazione al quale partecipano soggetti pubblici e associazioni, portatori di interessi di carattere economico, sociale, culturale e ambientale rilevanti per l'ambito della comunità.

I membri nominati sono 28 e sono i seguenti:

l’Assessore della Comunità competente in materia di urbanistica;

n. 5 Sindaci in rappresentanza dei Comuni della Val di Non, designati dalla

Conferenza dei Sindaci  MARIA PIA FLAIM (Sindaco del Comune di Cles), FLAVIO PEDROTTI Sindaco del Comune di Dambel), STEFANO COVA (Sindaco del Comune di Taio), SANDRO ABRAM (Sindaco del Comune di Sarnonico), DANIELE BIADA (Sindaco del Comune di Campodenno);

n. 1 rappresentante del Parco Naturale Adamello-Brenta; IVANO PEZZI (Vice Presidente)

n. 1 rappresentante delle A.S.U.C. della Val di Non; LORENZO OSSANNA (A.S.U.C. di Lover)

n. 1 rappresentante della cooperazione; IVO ZUCAL (Amm. della Federazione trentina della cooperazione)

n. 19 rappresentanti delle categorie socio-economiche, e in particolare:

n. 4 rappresentanti espressione del comparto dell’agricoltura, di cui n. 2

frutticoltura, n. 1 allevamento e n. 1 comparti sindacali agricoli; MICHELE ODORIZZI (Melinda), VITTORINO COVI (Vicepresidente della Federazione provinciale allevatori), FLAVIO PEZZI (C.I.A.), ENZO FRANZOI (Coldiretti),

n. 2 rappresentanti espressione del comparto dell’industria; FABRIZIO ZAMBELLI (Famatec Spa – Confindustria Trento),  GIOVANNI COLETTI (TAMA Spa - Confindustria Trento)

n. 3 rappresentanti espressione del comparto dell’artigianato, di cui n. 1 attività

manifatturiere a livello artigianale, n. 1 trasporti e logistica e n. 1 costruzioni; MASSIMO ZADRA (Rustiklegno - Ass. Artigiani e Piccole Imprese della Provincia di Trento), GIOVANNI SEPPI (-GenzianaViagg Ass. Artigiani e Piccole Imprese della Provincia di Trento), ENZO COLOGNA (i Alco Costruzioni - Ass. Artigiani e Piccole Imprese della Provincia di Trento),

n. 10 rappresentanti espressione del comparto dei servizi, di cui n. 2 turismo , BRUNELLA ODORIZZI (Strada della Mela e dei Sapori della Val di Non), LEONARDO FELLIN (A.S.A.T.),

(n. 1 per gli enti di promozione e n. 1 per le associazioni di categoria), n. 1 commercio, ERMES VIOLIN (Confcommercio),  n. 1 attività professionali e tecniche, PAOLO POZZATTI (Ordine agronomi-forestali),  n. 1 attività artistiche e culturali GIULIA STRINGARI (Pro Cultura Centro Studi Nonesi), n. 1 attività educative e istruzione WALTER IORI (CFP UPT Cles), n. 1 attività sportive FRANCO ZADRA (ASD Ozolo Maddalene), n. 1 sanità e servizi sociali ZANON DANIELA (Direttore Distretto Ovest - APSS), n. 2 ambiente ELENA GUELLA (S.A.T. ),. GIULIANO PEZZINI (Alta Val di Non - Futuro Sostenibile)

Lo scopo del Tavoilo di consultazione è di esprimersi sui contenuti del Documento Preliminare ed a concorrere alla definizione degli obiettivi e delle scelte strategiche che formeranno oggetto dell’Accordo-quadro di programma.

L’iter di realizzazione del P.T.C. è quindi il seguente:

1. predisposizione da parte della Comunità di un Documento Preliminare che delinea gli indirizzi generali, le strategie e gli obiettivi che intende perseguire mediante il Piano Territoriale della Comunità;

2. attivazione di un Tavolo di confronto e consultazione, al quale partecipano soggetti pubblici e associazioni portatrici di interessi a carattere economico, sociale, culturale e ambientale rilevanti per l'ambito della Comunità;

3. convocazione di una Conferenza per la stipulazione dell’Accordo-quadro di programma tra la Comunità, i Comuni rientranti nel suo territorio e gli eventuali Enti parco interessati, alla quale partecipa la Provincia con funzione di supporto conoscitivo;

4. stipula dell’Accordo-quadro di programma;

5. redazione del Piano Territoriale di Comunità sulla base dei criteri e degli indirizzi generali per la formulazione del Piano stesso, approvati nell’ambito dell’Accordo-quadro di programma.

 

I primi due punti sono stati realizzati ed ora nei prossimi mesi è compito del tavolo di confronto e consultazione portare il proprio contribuito nella predisposizione del P.T.C.  nel rispetto dei principi e degli obiettivi della pianificazione sovraordinata (P.U.P.), degli interessi delle parti sociali che rappresentano e della volontà della popolazione.

 

 

Art. 21 l.p. 1/2008

Obiettivi e contenuti del piano territoriale della comunità

1.   Il piano territoriale della comunità (PTC) è lo strumento di pianificazione del territorio della comunità con il quale sono definite, sotto il profilo urbanistico e paesaggistico, le strategie per uno sviluppo sostenibile del rispettivo ambito territoriale, nell'obiettivo di conseguire un elevato livello di competitività del sistema territoriale, di riequilibrio e di coesione sociale e di valorizzazione delle identità locali, nella cornice delle funzioni riservate alle comunità dalla legge provinciale n. 3 del 2006. Il piano territoriale della comunità è elaborato in coerenza con i criteri e gli indirizzi definiti dall'accordo-quadro di programma di cui all'articolo 22 e in raccordo con gli strumenti di programmazione socio-economica della comunità, se approvati.

2.   Il piano territoriale della comunità definisce e articola i propri contenuti in funzione degli obiettivi indicati dal comma 1, nel rispetto di quanto stabilito dal piano urbanistico provinciale.

3.   Costituiscono contenuti essenziali del piano territoriale della comunità, comunque:

a)   l'inquadramento strutturale relativo al territorio della comunità;

b)   l'approfondimento e l'interpretazione della carta del paesaggio delineata dal piano urbanistico provinciale con riguardo all'ambito territoriale della comunità;

c)   la carta di regola del territorio, intesa come statuto condiviso delle istituzioni e della comunità locale comprendente gli elementi cardine dell'identità dei luoghi, espressivo anche della carta del paesaggio e delle invarianti; la carta stabilisce regole generali d'insediamento e di trasformazione del territorio, la cui tutela garantisce, nei processi evolutivi, lo sviluppo sostenibile;

d)   l'individuazione delle tipologie d'intervento edilizio di particolare rilevanza sulla base dei criteri generali individuati con il regolamento di attuazione ai sensi dell'articolo 8, comma 2, lettera c);

e)   l'implementazione della disciplina d'uso delle invarianti e la loro eventuale integrazione, nei limiti previsti dal piano urbanistico provinciale e tenuto conto delle normative di settore vigenti;

f)   l'approfondimento delle indicazioni del piano urbanistico provinciale per le reti ecologiche e ambientali;

g)   la delimitazione delle aree di protezione fluviale, tenuto conto dei criteri del piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche;

h)   la definizione di linee d'indirizzo per la determinazione, da parte dei piani regolatori generali, del dimensionamento dell'edilizia pubblica e agevolata per l'attuazione della politica della casa, perseguendo il riequilibrio complessivo del territorio, tenuto conto della sua effettiva capacità di carico antropico, in coerenza con i criteri generali stabiliti dalla Giunta provinciale e con le disposizioni in materia di residenza contenute nell'articolo 56;

i)   il dimensionamento e la localizzazione delle attrezzature, dei servizi, delle infrastrutture e dei centri di attrazione di livello sovracomunale, previo assenso del comune, in coerenza con l'impianto complessivo della pianificazione territoriale dei comuni;

j)   la specificazione e l'integrazione dei criteri di programmazione urbanistica del settore commerciale definiti dalla Giunta provinciale in attuazione del piano urbanistico provinciale, e la localizzazione delle grandi strutture di vendita al dettaglio, compresi i centri commerciali, e del commercio all'ingrosso;

k)   la delimitazione delle aree produttive del settore secondario di livello provinciale indicate dal piano urbanistico provinciale e l'eventuale localizzazione di nuove aree produttive del settore secondario di livello provinciale;

l)   la precisazione dei perimetri delle aree agricole e delle aree agricole di pregio individuate dal piano urbanistico provinciale, con riguardo alla situazione specifica del territorio della comunità, sulla base di ulteriori analisi e valutazioni della qualità e della potenzialità dei suoli, tenendo conto delle indicazioni della carta del paesaggio;

m)   la modificazione anche sostanziale dei perimetri delle aree sciabili, in osservanza delle norme di attuazione del piano urbanistico provinciale;

n)   l'individuazione della viabilità e della mobilità di valenza sovracomunale, fatti salvi gli interventi contemplati dal piano provinciale della mobilità;

o)   ogni altra misura o indicazione demandata al piano territoriale della comunità dal piano urbanistico provinciale o dalle leggi di settore.

3 bis. Il piano territoriale della comunità può inoltre provvedere ad individuare le aree a valenza sovracomunale d'interesse per la realizzazione di impianti che utilizzano fonti energetiche rinnovabili (6).

4.   In relazione a quanto previsto dal comma 3, lettere b) e c), la comunità approva, nell'ambito del piano territoriale della comunità, atti d'indirizzo e manuali a carattere tipologico o esplicativo, anche per specifiche parti del suo territorio, a supporto della pianificazione territoriale dei comuni e dell'esercizio delle funzioni autorizzative e concessorie in materia di urbanistica e di paesaggio.

5.   Le previsioni del piano territoriale della comunità ai sensi del comma 3, lettere e), g), i), j), k), l), m), n) e o), se considerate vincolanti ai sensi del piano urbanistico provinciale o delle leggi di settore, devono essere osservate anche in deroga alle previsioni dei piani regolatori generali in vigore o soltanto adottati. Se la comunità non definisce direttamente la disciplina d'uso delle aree interessate dalle predette previsioni i comuni definiscono tale disciplina nell'ambito dei propri strumenti di pianificazione territoriale, entro il termine stabilito dal piano territoriale della comunità. In caso d'inutile decorso del termine la disciplina d'uso è definita direttamente dalla comunità, acquisito il parere della CPC.

6.   Il piano territoriale della comunità è costituito dai seguenti elementi essenziali:

a)   la relazione illustrativa e relativi allegati;

b)   la struttura cartografica;

c)   le norme di attuazione;

d)   gli atti d'indirizzo e manuali tipologici o esplicativi di cui al comma 4.

7.   La relazione illustrativa del piano riporta, in un apposito allegato, il rapporto ambientale relativo all'autovalutazione prevista dall'articolo 6.

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